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LOGGIA MASSONICA BRESCIANA

di Rito Simbolico

Collegio Brixia

I FFØžMMØžAAØž (Fratelli Maestri Architetti) del Rito Simbolico Italiano NON DEVONO obbedienza a qualsiasi altro Rito

 

  Il Maestro Muratore che desidera di essere ammesso al Rito Simbolico Italiano è tenuto a dichiarare di non dover obbedienza a qualsiasi altro Rito e a proporre domanda al Collegio dei Maestri Architetti del suo Oriente o dell'Oriente più vicino.

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  Per partecipare alla più stretta famiglia dei Rito Simbolico, è sufficiente che il candidato prometta, sulla sua parola, di seguire le direttive del Rito e di non aderire nel futuro ad altri Riti, se non dopo previe dimissioni dal Rito Simbolico Italiano.

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  Il negare ai suoi Fratelli Maestri Architetti l’adesione ad altri Riti è una peculiarità esclusiva del Rito Simbolico Italiano, mentre è prassi internazionale costante che un Fratello possa cercare la sua Via anche in più Riti, essendo questi considerati dai loro iscritti delle scuole di "perfezionamento", di "affinamento" e perfino di ulteriori "iniziazioni".

 

  Le ragioni di esclusività sono essenzialmente due:

  

  - La prima ragione risiede nella caratteristica del Rito Simbolico Italiano che, come si è visto nella pagina precedente che racconta il Rito, non riconosce altre iniziazioni superiori a quella del terzo grado massonico.

  Il tempo ha di fatto superato alcune nozioni che una volta erano alla base dell’Iniziazione, se non ha addirittura rovinato talune tradizioni che meritano di essere mantenute, .

  La terra, l’acqua, l’aria, ed il fuoco sono ormai assunti a simboli riconosciuti dell’unità della forza creatrice e non più elementi primordiali e semplici, su cui costruire una scienza moderna degna di questo nome. Del pari alla filosofia illuministica e razionalistica, o a qualsiasi altra filosofia, si sono aggiunti molti altri metodi di scienza speculativa che rivoluzionano tutte le conoscenze di un tempo; ed allo stesso modo in cui la ricerca scientifica è tesa alla scoperta di nuovi mondi, appaiono anche i segnali di ricerca di una dimensione umana fra lo spirituale ed il fisico, che deve essere esplorata, senza limitazioni di sistemi o scuole.

  I concetti di materialismo o spiritualismo non sono più, anche essi, due modi antitetici di vedere il mondo; e quindi ben si comprende come, in una libera "scuola di approfondimento" quale vuole essere il Rito Simbolico, non si possa accettare la regola di un qualsiasi sistema graduale o catechistico, che diviene ostacolo alla ricerca.

 

   Nel 1863, Ragon già all'epoca scriveva: "Il numero delle massonerie supera i sessanta. E' di facile comprensione che questi prodotti non hanno di massonico che la forma: tutte diverse [...] Questa massa di riti non è dovuta che alla costruzione speculativa degli alti gradi, da cui risultano altrettanti scismi quanto riti. La vera massoneria, composta di tre gradi, non genera scismi".

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  Lontano da noi qualsiasi Rito si voglia attribuire una qualsiasi dignità morale superiore che gli permetta di conferire una ulteriore Iniziazione.

 

L'Iniziazione è UNICA. L'Iniziazione non può essere multipla. Si confondono sovente Iniziazione e Consacrazioni. Questa distinzione spesso non viene fatta sul piano esoterico ma da noi è puntualizzata definitivamente. Un profano può essere iniziato una sola volta da un Maestro Consacrato. Mai un Iniziato può iniziare un profano, non ne ha i poteri e i poteri iniziatici li ha unicamente il Maestro Venerabile che è stato all'uopo investito. Non avrebbe nemmeno la statura trascendente per comunicare in modo positivo e costruttivo tale investitura fondamentale nell'Ordine iniziatico, è totalmente impossibile. Si deve sempre ricordare l'importanza dell'Iniziazione. Se per varie ragioni il Neofita che è stato iniziato con il nostro rituale profondamente sacrale in futuro abbandonasse la Via iniziatica non potrebbe mai cancellare l'Iniziazione ricevuta. Egli resta iniziato per sempre. 

 

  - La seconda ragione della negata contemporanea appartenenza ad altri Riti risiede nel fatto che nessun Fratello acquista una preminenza di grado e di influenza maggiore degli altri Fratelli.

  Lo stesso Presidente del Rito non saprebbe impartire direttive o disposizioni che non gli siano state dettate dai FF.MM.AA. tutti, attraverso i loro organi rappresentativi. Allo scadere del suo mandato, egli ritorna fra le colonne del suo Collegio, alla pari di ogni Fratello Simbolico; non gli spetta nemmeno la distinzione del seggio all’Oriente del Tempio. Nel suo Collegio di provenienza tornerà a svolgere qualsiasi altro servizio la carità dei FFØž lo chiami.  Volendo vedere il tema con una metafora è come osservare il cielo e vedere uno stormo di uccelli migratori volare in formazione a V, il primo volatile al vertice che trascina e fende l’aria per il gruppo, quando è stanco, torna in coda a godere di minore sforzo e di minore attrito e sovraccarico, si aumenta la velocità dello stormo e si riduce la fatica di tutti.

  Tutte le cariche sono dunque elettive e temporanee, da quelle di dignitario del Collegio a quella di rappresentante della Loggia Regionale o nella Gran Loggia e a quella di Gran Dignitario e Serenissimo Presidente. Il risultato è che le cariche stesse non sono ambite, ma sono imposte dalla volontà degli elettori "secundum lucem" ai più disponibili, perché tutti e ciascuno ne sono parimenti degni.

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Un Fratello appartenente ad un altro Rito rimproverava tempo fa che l'assunzione di questo principio del divieto di appartenenza pluralistica assurge a "dogma" per un Maestro Architetto, laddove dogmi non dovrebbero esistere ed è una limitazione della libertà individuale. Decisamente sbaglia. Non è così! 

  Per dogma s'intende un "principio che si accoglie per vero o per giusto, senza esame critico o discussione" e pertanto il principio del divieto di appartenenza a più Riti non può essere considerato un dogma, sia perché è stato discusso, ben motivato e valutato e perfino benvoluto all'interno del Rito Simbolico che rifiuta ogni sistema gradualistico e catechistico e sia perché non limita quello che è e rimane una libera e consapevole scelta adottata in coscienza dal FØžMØžAØž quando entra a farne parte.

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Il RØž SØž IØž è un Rito orizzontale e democratico e non è verticale e selettivo. L’essere Maestro Architetto del Rito Simbolico Italiano è paragonabile all’essere cittadino di una repubblica e non suddito di una monarchia.

Come potrebbe essere che un Fratello Maestro della Comunione ambisca essere contemporaneamente l’uno e l’altro? Come potrebbe un Maestro Libero Muratore voler aderire nello stesso tempo a due Riti che hanno organizzazioni e valutazioni così diverse e sentirsi a proprio agio la settimana che veste il grembiule simbolico in cui è prevista una autovalutazione del proprio progresso iniziatico e la settimana successiva stare altrettanto bene a vestire i paramenti di un Rito ordinato in gradi, sapendo che sono conferiti per scelte di altri FFØž che sentono di avere un qualche potere per valutare il suo progresso di crescita interiore?

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  Ci riuniamo in Collegi.

  Al Collegio dei Maestri Architetti di un Oriente appartengono i Fratelli Maestri provenienti da ogni Loggia della Comunione, conformemente a quanto previsto dallo Statuto e dal Regolamento.

  Alla Loggia Regionale appartengono i rappresentanti dei singoli Collegi della Regione; alla Serenissima Gran Loggia Nazionale i rappresentanti sia dei Collegi che delle Logge Regionali.

  Il cardine del Rito è costituito dunque dal Collegio dei Maestri Architetti di ogni Oriente, mentre alle altre Camere spettano compiti di mera armonizzazione e collegamento.

  Nel caso sia necessario una presa di posizione collettiva, anche in materia di modifiche statutarie, la decisione spetta alla Gran Loggia, ed a questa solamente.

  È ormai prassi costante del Rito che a qualsiasi Loggia Regionale e alla Gran Loggia possano e debbano presenziare tutti i Fratelli Simbolici, i quali hanno diritto di parlare, se lo credono, anche senza possibilità di espressione di voto, che spetta solo ai legittimati secondo Statuto.

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  Tale è la struttura e lo spirito del nostro Rito Simbolico Italiano, che è riuscito fino ad oggi, nella sua ormai lunga storia, ad evitare quei dissidi e quei personalismi che alcune volte hanno tormentato la Massoneria del nostro Paese, e ad essere una concreta e compatta forza al servizio della Comunione dei Liberi Muratori, che non persegue altri interessi se non quelli del fedele rispetto della tradizione del Grande Oriente d’Italia, e che trae il suo vigore non dal numero, ma dalla selezione accurata e quindi dalla qualità dei suoi membri.

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Jean-Luc Leguay col nome d’Héraclius

è Maestro d’Arte, Maîtres Enlumineurs

https://www.facebook.com/JeanLucLeguayEnlumineur/

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