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Liberi Muratori

bresciani - R

RAMARONI Giuseppe

(?)

Fratello affiliato della Reale Loggia Amalia Augusta.

Segretario inter. della Loggia nel 1809.

(Vedi op. cit. di Paolo Guerrini, I Cospiratori bresciani del ’21, p. 62).

Lontano da Brescia per domicilio o per ufficio.

Nulla sappiamo di questo FrØž, mancando notizie certe su di lui, il suo nome non figura nei repertori enciclopedici e nelle storie letterarie massoniche.

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RASIO Stefano

(?)

Loggia Arnaldo del 1915.

Fratello facente parte del Triangolo di Chiari (Brescia), autorizzato con decreto n. 226 del 17 febbraio 1915 per la Loggia Arnaldo all’OrØž di Brescia. Gli altri FF erano Rocco Domenico, Zecconi Battista, Cadei Virginio (Ambrogio Viviani, Storia della Massoneria lombarda, Bastogi, 1992, p. 171).

Qualora alcuni FF intendano alzare le colonne di una nuova Officina, ma non sia ancora raggiunto il numero di sette o più Fratelli previsto, ai Massoni regolari domiciliati in uno stesso Oriente, possono formare di un Triangolo. Questo deve essere costituito da almeno tre Fratelli, che però restano alla dipendenza della Loggia alla quale gli stessi appartengono.

Art. 74 Reg. dell’Ordine GOI del 2018:- Tre o più Fratelli che risiedano in una località ove non esista una Loggia, possono, con il consenso delle Logge di appartenenza e l’autorizzazione della Giunta del Grande Oriente d’Italia, costituirsi in Triangolo. Compito del Triangolo è quello di seguire con particolare attenzione le domande dei profani residenti nella sfera di azione del Triangolo e di operare a1 fine di promuovervi la costituzione di una Loggia. La autorizzazione decade ove, entro tre anni, non venga costituita una Loggia. L’appartenenza al Triangolo non esime i Fratelli dall’osservanza dei loro doveri nei confronti della propria Loggia.

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REPOSSI Pietro

(1776 - 1854 )

Fratello originario della Reale Loggia Amalia Augusta.

Segretario aggiunto della Loggia nel 1809.

(Vedi op. cit. di Paolo Guerrini, I Cospiratori bresciani del ’21, p. 60).

Avvocato. Scultore.

L’avvocato Pietro Repossi nacque a Binasco nell’anno 1776. Fece gli studi di belle lettere e di filosofia nel Collegio di Como, quindi studiò teologia nel Seminairio maggiore di Milano, che abbandonò nel 1798. Assunto dapprima a segretario del Tribunale criminale di Brescia, in breve tempo fece rapida carriera fino ad essere nominato cancelliere criminale della Corte di giustizia a Bologna, dove nel 1813 veniva licenziato nella facoltà di Diritto e nel 1814 acclamato dottore ed ammesso all’Ordine degli avvocati presso la Corrte d’appello. Spentosi l’astro napoleonico e ritornata al Pontefice Bologna, il FØž Respossi abbandonava questa città che, memore dei servizi da esso prestati, gli assegnava una pensione per tutta la vita. Da Bologna trasferitasi a Chiari vi esercitò l’avvocatura, poi dal governo austriaco fu nominato Giudice di pace e quindi Pretore. Ma egli sentiva un trasporto speciale per le belle lettere che anche a Bologna, tra codici e pandette, avea coltivato: onde, dopo un anno da che era stato nominato Pretore, ritirossi a vita privata, non però a vita oziosa. Per deliberazione della Congreregazione di Carità fu chiamato ad insegnar belle lettere nel nostro Ginnasio e dal Governo designato a far parte di una deputazione d'ornato. Amantissimo delle arti belle, vivendo parcatamente, profondeva – è la parola esatta – il suo nell’acquisto di libri di Scienza, di letteratura e di arte e nel procurarsi stampe, gessi e marmi che alla sua morte, legava alla Congregazione della Carità per la Biblioteca Morcelliana, aggiungendovi una somma di denaro pel collocamento dei libri e degli oggetti d’arte e per la fondazione di una scuola di disegno per gli artieri. In riconoscenza la Congregazione di Carità faceva eseguire il suo ritratto ad olio che si conserva negli ufficii della stessa, ed il Municipio, alcuni anni sono gli intitolava la via dove trovasi la casa da lui abitata.” (Luigi Rivetti, Note Clarensi - la Pinacoteca Repossi, in Brixia Sacra, anno VIII, fasc I-II, gennaio-aprile 1917).

Nel 1839   a Chiari (Brescia) l'avv. Pietro Repossi, scultore, fondava una scuola di disegno per operai mentre nel 1863 il Comune istituiva la Scuola Tecnica parificata dichiarata regia nel 1889. Da un lascito di Pietro Repossi è nata una pinacoteca. Clarense d’adozione, milanese d’origine, Repossi insegnò lettere al ginnasio di Chiari e promosse una scuola di disegno per operai alla quale affiancò un piccolo museo con quadri, incisioni, monete, sculture da lui collezionati, che donò in eredità alla Morcelliana nel 1854, insieme alla sua biblioteca.

Nulla sappiamo dell’attività massonica di questo FrØž, mancando notizie certe su di lui, il nome di Pietro Repossi non figura nei repertori enciclopedici e nelle storie letterarie massoniche.

Passò all’OrØž Eterno il 7 aprile 1854 all’età di 78 anni.

 

 

RICHIEDEI Pietro

(1783 - 1846)

Fratello originario e fondatore della Reale Loggia Amalia Augusta (1806).

Archivista aggiunto della Loggia nel 1809.

(Vedi op. cit. di Paolo Guerrini, I Cospiratori bresciani del ’21, p. 60 e 361).

Nacque a Gussago (o Brescia via Breda in op. cit. Guerrini), 5 aprile 1783.

Militare di carriera.

Nobile bresciano, figlio del conte Giacomo e di Caterina Pari.

Si formò presso il Collegio di Correggio, uno dei più importanti del tempo.

Si specializzò alla Scuola Militare di artiglieria e del genio di Modena. Dapprima di stanza Brescia, poi a Pavia. Nel 1811 e 1812 combatté tra le fila dell’esercito napoleonico in Spagna. Prigioniero nel 1812, rimpatriato, nel 1813 tornò a combattere in Spagna, guadagnandosi sul campo la promozione a capitano.

Tornato a Milano, venne dislocato allo Stato Maggiore dell’Artiglieria d’Armata d’Italia.

Partecipò a diverse battaglie contro gli austriaci, e ottenne la decorazione della Corona ferrea.

Restaurato il potere austriaco, rimase a Brescia quale capitano di guardia alla fabbrica d’armi Beretta di Gardone Val Trompia, dedicandosi, successivamente, alla professione di ingegnere. Tenuto sotto stretta sorveglianza dagli austriaci, sospettato, giustamente, di tendenze liberali, venne coinvolto nella congiura bresciana del 1821 nella quale ebbe l’incarico di vendere la pubblicazione clandestina “Gli italiani in Cattalogna”.

Nel 1823 venne arrestato e chiuso nel carcere di Milano, condannato alla pena di morte, poi condonata dall’imperatore Francesco I. Trasferito nel carcere di Lubiana, vi passò più di un anno. Uscitone, provato dalla dura prigionia, passò gli ultimi anni ridotto all’impotenza dagli strascichi della carcerazione. (RØž Loggia Libero Pensiero, ad vocem).

Passò all’OrØž Eterno a Brescia il 6 ottobre 1846 all’età di 63 anni (o 1848 op. cit. Guerrini).

 

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RIZZARDI Leone

(?)

Membro onorario della Reale Loggia Amalia Augusta.

(Vedi op. cit. di Paolo Guerrini, I Cospiratori bresciani del ’21, p. 53).

Lontano da Brescia per domicilio o per ufficio.

Fu S. P. R. + (Sovrano Principe Roca Croce, 18° grado del Rito Scozzese Antico e Accettato  (in Inaugurazione dello stendardo della L. del g. 2. del m. 8. dell'anno 5807, ecc, p. XI).

Nulla sappiamo di questo FrØž, mancando notizie certe su di lui, il nome di Leone Rizzardi non figura nei repertori enciclopedici e nelle storie letterarie massoniche.

 

 

RIZZIERI Angelo

(?)

Membro onorario della Reale Loggia Amalia Augusta.

(Vedi op. cit. di Paolo Guerrini, I Cospiratori bresciani del ’21, p. 60).

Nulla sappiamo di questo FrØž, mancando notizie certe su di lui, il nome di Angelo Rizzieri non figura nei repertori enciclopedici e nelle storie letterarie massoniche.

 

 

 

ROBILLIOT Giov. Luigi

(?)

Fratello affiliato della Reale Loggia Amalia Augusta.

(Vedi op. cit. di Paolo Guerrini, I Cospiratori bresciani del ’21, p. 62).

Lontano da Brescia per domicilio o per ufficio.

Nulla sappiamo di questo FrØž, mancando notizie certe su di lui, il nome di Giov. Luigi Robilliot non figura nei repertori enciclopedici e nelle storie letterarie massoniche.

 

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ROCCO Domenico

(?)

Loggia Arnaldo del 1915.

Fratello facente parte del Triangolo di Chiari (Brescia), autorizzato con decreto n. 226 del 17 febbraio 1915 per la Loggia Arnaldo all’OrØž di Brescia. Gli altri FF erano Rasio Stefano, Zecconi Battista, Cadei Virginio (Ambrogio Viviani, Storia della Massoneria lombarda, Bastogi, 1992, p. 171).

Qualora alcuni FF intendano alzare le colonne di una nuova Officina, ma non sia ancora raggiunto il numero di sette o più Fratelli previsto, ai Massoni regolari domiciliati in uno stesso Oriente, possono formare di un Triangolo. Questo deve essere costituito da almeno tre Fratelli, che però restano alla dipendenza della Loggia alla quale gli stessi appartengono.

Art. 74 Reg. dell’Ordine GOI del 2018: Tre o più Fratelli che risiedano in una località ove non esista una Loggia, possono, con il consenso delle Logge di appartenenza e l’autorizzazione della Giunta del Grande Oriente d’Italia, costituirsi in Triangolo. Compito del Triangolo è quello di seguire con particolare attenzione le domande dei profani residenti nella sfera di azione del Triangolo e di operare a1 fine di promuovervi la costituzione di una Loggia. La autorizzazione decade ove, entro tre anni, non venga costituita una Loggia. L’appartenenza al Triangolo non esime i Fratelli dall’osservanza dei loro doveri nei confronti della propria Loggia.

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ROLANDO Carlo

(?)

Membro onorario della Reale Loggia Amalia Augusta.

Portastendardo della Loggia nel 1809.

(Vedi op. cit. di Paolo Guerrini, I Cospiratori bresciani del ’21, p. 60).

Nulla sappiamo di questo FrØž, mancando notizie certe su di lui, il nome di Carlo Rolando non figura nei repertori enciclopedici e nelle storie letterarie massoniche.

 

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RONCHI Antonio

(?)

Fratello affiliato della Reale Loggia Amalia Augusta.

(Vedi op. cit. di Paolo Guerrini, I Cospiratori bresciani del ’21, p. 64 e cfr. Luzio o.c. p.345).

Di Brescia. Presidente della Corte di giustizia [Tribunale] di Bergamo [e di Brescia].

Ancora vivente intorno al 1831 (secondo il rapporto Torresani edito dal Luzio nell’Arch. stor. lomb.,1917).

Nulla sappiamo di questo FrØž, mancando notizie certe su di lui, il nome di Antonio Ronchi non figura nei repertori enciclopedici e nelle storie letterarie massoniche.

Quest’oggi 18 agosto 1824 unito in sessione l’I. R. Delegato Provinciale Consigliere di Governo conte G. Brebbia coi signori Antonio Ronchi, e Giuseppe Stefanini, Consiglieri Giudici presso l’I. R. Tribunale Civile di la Istanza in Brescia ecc. «in qualità di Assessori, assistito dal sign. Francesco Klobus nella speciale sua qualità di Attuario…”  e ancora

…si affacciarono alla discussione dei convenuti nella 111 Sezione, la protesta dei vescovi. Fu allora che, come si accennò, mons. Caprioli denunziò la spogliazione di tutti i fedi del vescovo di Brescia, che pure aveva “una diocesi immensa” allegato al verbale della seduta del 10 gennaio si trovano le Osservazioni sull'orgnnizzazioni delle Camere (elettorali) del camuno Antonio Ronchi. Sono osservazioni, che rivelano un acume giuridico non comune e contengono sottili rilievi sui metodi proposti per la formazione delle maggioranze” [Nella adunanza del 9 gennaio (19 nevoso a. X) (Ugo Da Como in Commentari dell’Ateneo di Brescia per l’anno 1939, I bresciani ai Comizi di Lione, p. 33-34/229-230)]

 

 

ROSA Gabriele

(1812 - 1897)

Affiliato alla Loggia Arnaldo all’OrØž di Brescia e all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia.

“La Arnaldo – scrive Luigio Polo Friz – vantò fra le sue schiere un reduce dello Spielberg, Gabriele Rosa che, nel 1860, offerse a Frapolli la prima candidatura al Parlamento” (Luigi Polo Friz, La Massoneria italiana nel decennio post unitario, Lodovico Frapolli, Franco Angeli, pag 208 nota 5).

La Loggia Arnaldo ebbe fin dall’inizio vita travagliata a causa della difficile convivenza al suo interno di appartenenti ai due orientamenti: quello moderato e quello più radicale, che agitavano il mondo politico, sociale, laico e repubblicano. Oltre alla Loggia Cenomana si formerà la Società Internazionale Neolatina, forse copertura della Loggia Rienzi. Non si hanno altre notizie di altre Logge bresciane all’obbedienza del G.O.I., pare tuttavia che nel 1862, pochi mesi prima dell’inaugurazione del monumento ad Arnaldo (con discorso di FØž Gabriele), l’ex duumviro avvocato FØž Carlo Cassola(vedi) avesse dato vita, proprio con l’aiuto di Rosa, ad un’altra Loggia con lo scopo di riunire i massoni dispersi (Silvano Danesi, I Liberi Muratori in Lombardia, ecc…, Edimai, 1995, p. 121).

Nacque a Iseo il 9 novembre 1812.

Patriota e scrittore versatile, attento «a non disgiungere il sapere dalle sue applicazioni pratiche». Un “eroe romantico”, “intellettuale onesto che pagò per le sue scelte”, fu prigioniero nella fortezza dello Spielberg.

Figlio di Gianbattista e Giuseppina Cerroni, originaria di Orzinuovi. Ricevette l’istruzione elementare nel paese d’origine e successivamente a Bergamo. Frequentò a Iseo le scuole ginnasio. Fu la madre che esercitava la professione di sarta ad indirizzarlo nell’amore per la conoscenza sottoponendogli libri di ogni genere.

Dopo la morte della madre dovette abbandonare gli studi regolari per aiutare il padre nella bottega di fornaio, studiando da solo il latino e il francese e frequentando ambienti intellettuali.

Il suo sodalizio con i medici iseani Ippolito Bargnani, Carlo Cernuschi ed Andrea Nulli, nonchè con Gianbattista Cavallini, gli fece conoscere il patriottismo Mazziniano.

Da quest’ultimo fu affiliato alla Giovane Italia, nella quale si impegnò attivamente per creare una rete di collegamenti in Valcamonica, sul lago d’Iseo e a Bergamo.

Tradito da un certo Foresti di Tavernola, praticante di farmacia, fu arrestato nel 1833, pur malato di vaiolo e tradotto in barella nelle carceri d’Iseo, per essere poi trasferito a Milano nelle carceri di Santa Margherita.

Subì il processo preceduto dal lunghissimi interrogatori nella fase istruttoria.

Condannato al patibolo il 21 aprile 1835, si vide commutare la pena in tre anni di carcere duro allo Spielberg, che affrontò con animo forte.

Liberato il 20 aprile 1838, ma costretto a rifugiarsi in Piemonte, tornò a Iseo dove riprese gli studi dopo le Cinque giornate di Milano.

Per vivere divenne scrivano di alcuni avvocati tra i quali il Beluschi ed il Veschini ed intrattenendo corrispondenza con gli Ugoni e il Luigi Lechi.

Pubblicò in quegli anni ne’ “Il Politecnico” di Cattaneo una dissertazione sulle origini della siderurgia in Lombardia.

Fu sposato per alcuni anni con Clarice Borni, che lo lasciò ben presto vedovo con una figlioletta in tenera età.

Attraverso Luigi Lechi potè viaggiare in Svizzera ed in Francia dove conobbe nuovi ambienti, nuove culture.

A Parigi conobbe emigrati italiani e frequentò gli ambienti culturali particolarmente vivaci della capitale francese.

Dopo l’elezione di Pio IX°, fu, come molti patrioti, affascinato dalla personalità del Papa, ma nel 1848 si riaccesero in lui gli spiriti rivoluzionari e con il fratello Francesco spiegò il tricolore ad Iseo, durante una manifestazione patriottica, davanti un gruppo di persone.

Rifugiatosi in Piemonte partecipò a pieno titolo al movimento del ‘48, unendosi ad una colonna di soccorso che era destinata a sostenere gli insorti di Milano, dove poté entrare dopo che gli austriaci erano usciti da porta Ticinese.

Qui con il Tenca stampò il giornale “22 marzo”.

Dopo Custoza fu chiamato dal generale Griffini a Brescia dove ottenne la carica di segretario generale del governo provvisorio che tuttavia durò brevissimo tempo.

Scrisse in difesa del governo Griffini ed accompagnò lo stesso durante la ritirata fino in Svizzera.

Tornato in Italia tentò con scarso successo di sollevare le valli bresciane e bergamasche; il moto falli per scarsa organizzazione.

Cooperò nel 1849 alla sollevazione di Bergamo, ma ritornò a Brescia dove partecipò, in ruolo minore, alle Dieci Giornate.

Attese la liberazione della Lombardia dedicandosi ad una vasta attività di pubblicista.

Il 1859 lo colse a Bergamo dove simpatizzò per Garibaldi e fece parte del governo provvisorio. Vittorio Emanuele gli conferì alla fine dell’anno l’ordine dei santi Maurizio e Lazzaro, mentre l’anno seguente (1860) ricevette la nomina a provveditore di studi di Bergamo.

Nei giorni precedenti all’insurrezione troviamo notizia di Francesco e Gabriele Rosa, i quali piantano a Iseo l’albero della libertà in cima al quale sventola la bandiera tricolore e distribuiscono, e fanno distribuire, le coccarde patriottiche. Quei simboli apparvero in tutta la Valle Camonica ove furono svuotati clandestinamente i depositi governativi delle polveri di Breno oltre a quelli di Iseo. E da Pisogne, Darfo e Breno partirono gruppi d’uomini. Iseo fu un centro importante di smistamento e di informazioni.

Fino al 1886 fu consigliere provinciale di Brescia, rivestendo anche la carica di deputato provinciale e di vicepresidente della deputazione stessa.

Politicamente la sua azione rimase all’interno del gruppo zanardelliano, sia pure con idee ed azioni con venature più radicali, vicino al pensiero di Cattaneo e assertore di un ordinamento statale repubblicano e federale, intraprese una intensa attività giornalistica e di pubblicista.

Lasciò ogni attività nel 1866 ritirandosi ad Iseo presso la figlia Erminia e dedicandosi alla pubblicistica.

Fu l’involuzione del governo De’ Pretis, che successivamente al 1877, lo indusse a dare vita ad un circolo repubblicano che fu fonte della proposta di un congresso nazionale delle associazioni repubblicane al quale egli stesso partecipò.

Mentre teneva i rapporti con giovani politici come Filippo Turati e Leonida Bissolati, il FØž Rosa si impegnò a fondo nella battaglia per la riforma elettorale, costituendo con Giuseppe Barboglio ad Onorato Comini e pochi altri la società politico-democratica dei non elettori che propugnava tra l’altro il diritto di elettorato per tutti.

Fu anticlericale e massone convinto, tenne 16 agosto, il discorso inaugurale del monumento ad Arnaldo da Brescia, eretto a simbolo della Brescia laica ed anti romana contro il mondo cattolico. Tra i suoi discorsi politici risalta anche quello pronunciato in occasione del 25º delle Dieci Giornate presso il cimitero Vantiniano.

Attivo anche nell’ambito culturale, Gabriele Rosa, fu socio dell’Ateneo a partire dal 1845. Di questo organismo fu più volte presidente e vice presidente a partire dal 1867 fino al 1890. Nel 1875 fondò a Brescia l’Associazioneper progresso degli studi economici, che promosse inchieste sul lavoro delle donne e dei fanciulli, sull’emarginazione, sul credito agricolo, sulle società operaie (molte nate per opera di FF Massoni), ecc.

Vide la nascita del partito Repubblicano, per quale venne nominato presidente del comitato generale.

Passò gli ultimi anni quasi soltanto ad Iseo, attuando fino all’ultimo una notevole attivismo. Le sue opere sono numerosissime. L’Ateneo di Brescia nel necrologio pubblicato nel 1897 elenca ben 237 titoli, tra cui ricordiamo: l’Autobiografia (pubblicata postuma nel 1912), Il vero nelle scienze occulte. Studi, Milano, Tipografia Valentini e c., 1855, Le origini della civiltà in Europa (1862-63), Storia naturale della civiltà (1880), Guida al Lago d'Iseo ed alle Valli Camonica e di Scalve, Brescia, [s.n.], 1886, Genesi della cultura italiana (1889), la “Commemorazione di Carlo Cattaneo”, “Gli Stati Uniti d’America e la Russia”.

Nel 1909 gli fu intitolata a Brescia l’omonima via.

Nel 1912 la città d’Iseo gli erigeva un monumento opera dello scultore FØž Ettore Ferrari (che fu Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia nel 1904 e Sovrano gran commendatore del Supremo Consiglio del Rito scozzese antico ed accettato dal 1918 al 1929).

Per una biografia essenziale ma completa vedi Mario Menghini, Rosa Gabriele, in Enciclopedia Italiana, vol. 30, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936.

Passò all’OrØž Eterno a Iseo il 25 febbraio 1897 all’età di 84 anni.

 

 

ROSCIO Giammaria

(?)

Membro onorario della Reale Loggia Amalia Augusta.

(Vedi op. cit. di Paolo Guerrini, I Cospiratori bresciani del ’21, p. 60).

Apprendista (Inaugurazione dello stendardo della L. del g. 2. del m. 8. dell'anno 5807).

Nulla sappiamo di questo FrØž, mancando notizie certe su di lui, il nome di Giammaria Roscio non figura nei repertori enciclopedici e nelle storie letterarie massoniche.

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ROVETTA (Agostino?)

(?)

(Vedi op. cit. di Paolo Guerrini, I Cospiratori bresciani del ’21, p. 362).

Commerciante. È nell’elenco dei “federati” bresciani e massone.

Forse si tratta del patriota bresciano Agostino Rovetta di Brescia, figlio [ a sua volta] di un ardente patriota e carbonaro, membro dell’amministrazione comunale della città e padre dello scrittore e drammaturgo Gerolamo (Wikypedia, Rovetta Gerolamo, 1851 - 1910), Agostino morì nel 1860.

Nulla sappiamo di questo FrØž, mancando notizie certe su di lui, il solo cognome Rovetta indicato dal Guerrini è troppo generico per una ricerca nei repertori enciclopedici e nelle storie letterarie massoniche. Certo è che nel 1850 l’Agostino Rovetta scelto in ricerca, sposa Anna Maria, l’unica figlia del Cav. Giacinto Ghisi. Il figlio Gerolamo che nacque a Brescia nel 1851 fu commediografo e autore prolifico di testi teatrali e racconti e diviene famoso soprattutto per il romanzo ‘Mater dolorosa’ del 1882, lodato persino dal FØž Carducci, primo esile collegamento massonico. Nel 1860, Agostino morì e la ‘rovettina’, com’era soprannominata la moglie, fece della sua casa in città un salotto frequentato, tra gli altri, dal FØž Giuseppe Zanardelli (secondo collegamento masonico). Nel 1882, la contessa ricompose a Verolanuova il suo ben rinomato salotto, meta ambìta per chi volesse trascorrere qualche giorno di riposo ‘per i viottoli del giardino o in sandolino nella breve peschiera’, con l’unico obbligo di presentarsi in sala da pranzo alle nove, a mezzodì e alle diciannove. 

RUBBI Giuseppe

(?)

Fratello originario della Reale Loggia Amalia Augusta.

(Vedi op. cit. di Paolo Guerrini, I Cospiratori bresciani del ’21, p. 60 e 362).

Compagno dell’Arte (in Inaugurazione dello stendardo della L. del g. 2. del m. 8. Dell’anno 5807, ecc, p. XI).

Di Desenzano (Brescia).

“Raccolta delle Leggi nell’anno VI Repubblicana Repubblica Cisalpina 1 Novembre 1797. Seduta del giorno 29 Ventoso anno VI. Repubblicano. 

Il Consiglio de' Seniori ha decretato calo d'urgenza il seguente.

In nome della Repubblica Cisalpina una, ed indivisibile.

Milano li 20 Ventoso anno VI. Repubblicano

Il Gran Consiglio al Consiglio de' Seniori considerando,

che in forza della Legge 12 Nevoso i Patrioti Veneti hanno un diritto

di essere ammessi alla Cittadinanza cisalpina, quando provino il loro patriottismo

e moralità , e di aver promossa l'unione de' loro paesi alla Repubblica cisalpina;

Considerando, che li sottoscritti Marino Rubbi, Giuseppe Rubbi, […]

hanno i requisiti richiesti dalla Legge suddetta .

Previa dichiarazione del caso d'urgenza sui motivi accennati dalla Legge 12 Nevoso,

RISOLVE:

Resta accordata la Cittadinanza a Marino Rubbi , Giuseppe Rubbi,[ …]

“Segnat. Giovio Presidente - Piazzi - Mangili Segretarj.

Il Consiglio de' Seniori approva. Li 28 ventoso , anno 6' Repubblicano”.

Nulla sappiamo di questo FrØž, mancando notizie certe su di lui, il nome di Giuseppe Rubbi non figura nei repertori enciclopedici e nelle storie letterarie massoniche.

 

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RUBBI Marino

(?)

Fratello originario della Reale Loggia Amalia Augusta.

(Vedi op. cit. di Paolo Guerrini, I Cospiratori bresciani del ’21, , p. 60 e 362).

Apprendista (in Inaugurazione dello stendardo della L. del g. 2. del m. 8. dell'anno 5807, ecc, p. XI).

Di Desenzano (Brescia). Fu amico di Giacomo Pederzoli.

Lontano da Brescia per domicilio o per ufficio. (Vedi Rubbi Giuseppe)

Nulla sappiamo di questo FrØž, mancando notizie certe su di lui, il nome di Marino Rubbi non figura nei repertori enciclopedici e nelle storie letterarie massoniche.

 

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RUFFINONI Luigi

(?)

Fratello originario della Reale Loggia Amalia Augusta.

(Vedi op. cit. di Paolo Guerrini, I Cospiratori bresciani del ’21, p. 60).

Lontano da Brescia per domicilio o per ufficio.

Apprendista (in Inaugurazione dello stendardo della L. del g. 2. del m. 8. dell'anno 5807, ecc, p. XI).

Nulla sappiamo di questo FrØž, mancando notizie certe su di lui, il nome di Luigi Ruffinoni non figura nei repertori enciclopedici e nelle storie letterarie massoniche.

 

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RUGGERI Adelino

(1922 - ?)

Membro della Loggia Zanardelli n. 840 all’OrØž del Mella all’ordine del G.O.I.

Maestro Venerabile delle Loggia Zanardelli 840, Grande Oriente d’Italia, ancora attiva nel 1974 (loggialiberopensiero.wordpress, 2015, ad vocem).

Uomo polticamente molt discusso per le sue contiguità con il neofascismo (Silvano Danesi, Liberi Muratori in Lombardia, ecc., Edimai, 1995, p. 247)

Sembra che il FrØž Ruggeri provenisse dalla Loggia Gabriele Rosa all’OrØž di Brescia della , costituita nel dopoguerra (Antonio Fappani, Enciclopedia Bresciana, voce Massoneria).

La Zanardelli 840 era proveniente dalla Famiglia della Gran Loggia d’Italia, dopo la scissione Ceccherini (apparteneva al Rito scozzese antico e accettato con Sovrano Gran Commendatore Augusto Piccardi) e confluì nel Grande Oriente d’Italia con le logge maschili che avevano seguito Francesco Bellantonio. Risulta già demolita nel 1979, (Silvano Danesi, 2011, ad vocem). La Zanardelli 840 quindi proveniva da Piazza del Gesù e arrivò all’ordine del Grande Oriente d’Italia nel 1973, con l’unificazione Lino Salvini/G.O.I. e Francesco Bellantonio /Piazza Del Gesù (loggialiberopensiero.wordpress.com, 2015, ad vocem).

Della P2 faceva parte Adelino Ruggeri, del gruppo eversivo MAR (Antonio Giangrande, La vicenda Aldo Moro: quello che si dice e quello che si tace - Parliamo di Moro, p. 768).

Il FØž Adelino Ruggeri fu titolare dell’agenzia investigativa Cidneo e svolse la sua professione di geometra nello «studio tecnico» di Via Tresanda del Territorio n. 5 (Brescia); è stato informatore della polizia, ex socialista e sindacalista (fu infatti responsabile sindacale presso l’esecutivo della federazione socialista milanese nel 1952), poi consulente politico e collaboratore del SIFAR.

Fu aderente a formazioni eversive a cavallo degli anni ‘60 e ’70.

Fu esponente del Mar (Movimento di Azione Rivoluzionaria).

Fu arrestato nel 1975.

Il bresciano Ruggeri, maestro di massoneria della loggia Zanardelli, ma anche sospettato di appartenere a una loggia Nato (la scheda anagrafica di Adelino Ruggeri si trovava nello schedario del Grande Oriente nel repertorio delle logge Straniere, fu inquisito tanto nel processo del Golpe Borghese quanto in quello del MAR, da cui viene assolto per insufficienza di prove (v. sentenza I grado Mar, pag. 465).

È comunque accertata (pag. 465) la sua frequentazione del generale Francesco Nardella e di Alberto Picone Chiodo con il quale si recò a trovare a Sanremo il primo allorché era latitante. Ruggeri, che nel 1956 aveva fondato a Brescia il Movimento Nazionalista Italiano al quale aveva aderito anche Ermanno Buzzi – secondo gli atti dell’inchiesta padovana sulla Rosa dei Venti – fece poi parte del movimento Pace e Libertà di Edgardo Sogno e di Luigi Cavallo (Antonella Beccaria, Biblioteca di cultura sindacale pocket, note, p. 113, 114).

Dagli Atti della “Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi”, nella 21ª seduta del 4 giugno 1997, audizione del dott. Giovanni Arcai, giudice istruttore, in merito all’indagine che lui stava conducendo sul Nar di Fumagalli, per la strage di Brescia.

Sono presenti: il Presidente Pellegrino, l’on. Fragalà (Alleanza Nazionale) deputato, l’on. Corsini (Sin. Dem.-l’Ulivo) deputato, Bonfietti (Sin.Dem.-l’Ulivo), Mantica (Alleanza Nazionale) senatore.

Giovanni Arcai (1920-2004), fu magistrato, pubblico ministero presso il Tribunale di Brescia dal 1951 al 1960. Nel 1960 chiede e ottiene di passare alla magistratura giudicante. Nominato giudice istruttore presso lo stesso tribunale, esercita questa funzione fino al 17 novembre 1975, quando viene trasferito alla Corte di assise di Milano. A Milano fu relatore ed estensore di sentenze sulle Brigate Rosse di Curcio e su Prima linea.

Presidente. […] Comunico che il dottor Giovanni Arcai, in previsione della sua audizione odierna, ha depositato in segreteria, nella tarda mattinata, tre documenti ai quali egli stesso farà riferimento in corso di seduta. […]

Fragalà. Dottor Arcai, è vero che a lei è stato richiesto da un certo Adelino Ruggeri, un esponente massone di Brescia, di aderire alla Loggia massonica Zanardelli di Brescia di cui faceva parte l’avvocato Loda, poi diventato parlamentare del Partito comunista italiano?

ArcaiMi faccia ricordare: nel mese di giugno venne da me un signore che si qualificò come maestro venerabile della Loggia massonica Zanardelli di Brescia e mi invitò ad aderire ad una Loggia massonica che avrei deciso in seguito. Molto tempo dopo capii il riferimento alla P2, allora non si sapeva nulla se non poche notizie. Io gli dissi brutalmente: non mi interessa, non sono neanche iscritto alla Associazione magistrati, da quando è stata politicizzata non ho rinnovato l’iscrizione, non sono neanche iscritto all’Associazione d’Arma e lei mi invita domani a venire nella sua chiesa...

Fragalà. Nella sua Loggia.

Arcai. ... ma neanche per sogno! Non solo: due o tre settimane dopo spiccai un mandato di cattura contro questo signore.

Fragalà. E per quale reato?

Arcai. Con Fumagalli, [Adelino Ruggeri] era l’amico del generale Nardella, era amico di Piccone Chiodo, aveva trafficato con Fumagalli. Devo dire però che poi nel dibattimento passò per insufficienza di prove. Gli indizi c’erano perché quest’uomo si era dato da fare: era andato a San Remo dove Fumagalli teneva nascosto il generale Nardella, doveva interessarsi per trovare il compagno di corso del generale Nardella per far espatriare il generale Nardella in Olanda, se ben ricordo. Quel compagno di corso era Palumbo. Io lo accertai al Sid a Roma chiedendo tutti gli annuari dell’Accademia; trovammo che Nardella e Palumbo avevano fatto lo stesso corso. Io ho tuttora le carte che Adelino Ruggeri mi aveva dato per invogliarmi ad iscrivermi alla Loggia massonica. Ho visto che nella stessa Loggia c’erano diversi avvocati bresciani, ottime persone, tra le quali l’avvocato Loda (vedi) che era «in sonno». Nel gergo massonico «essere in sonno» non significa non essere più massone: massone si è e massone si muore. A me è risultato anche che l’avvocato Loda era iscritto anche alla P2.

Corsini. Su questo problema è uscito un libro di Silvano Danesi che ha fatto chiarezza: non è la P2 di Licio Gelli[ è la Loggia P2 prima che Gelli ne fosse MØž VØž]. Non si possono fare illazioni gratuite. La figura dell’onorevole Francesco Loda va rispettata.

Arcai. È un’altra P2?

Presidente. Non ci allontaniamo dall’argomento.

Fragalà. L’avvocato Loda è stato difensore...

Arcai. ...l’avvocato Loda è morto pochi giorni fa...

Fragalà. ...difensore di parte civile, insieme all’onorevole Martinazzoli nel processo della strage di Brescia. […]

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IX LEGISLATURA, Documento XXIII, n. 2-quater/6/I

Commissione P2 - VOLUME 6 - TOMO I - LE OPERAZIONI DI POLIZIA GIUDIZIARIA EFFETTUATE PRESSO IL GRANDE ORIENTE D’ITALIA DI PALAZZO GIUSTINIANI

2a operazione di polizia giudiziaria (settembre-ottobre 1982)

La documentazione sequestrata:

- Verbali della giunta del G.O.I. dal 19 settembre 1968 al 31 gennaio 1982 (pag. 484);

- Atti dei processi massonici contro Giulio Mazzon (1983), Umberto Gualtierotti Marri (1982) Adelino Ruggeri (1979) e Mario Pingitore (1977) (pag. 949).

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Il 13 ottobre 1952 Adelino Ruggeri, responsabile sindacale presso l’esecutivo della federazione socialista milanese parla davanti ad una platea di venticinque persone, circa la necessità “di rafforzare il movimento sindacale, non solo nelle grandi aziende, ma anche all’interno del tessuto artigiano e nelle realtà legate al settore del commercio. Fondamentale per l’azione socialista è quella di incrementare i Nuclei aziendali socialisti e le cellule di Partito in ciascun luogo di lavoro” (Archivio di Stato di Milano – Post. Unitario – Versamento Prefettura – Busta 714).

«La Sezione Ricerca Economica Industriale fu istituita in ambito SIFAR nel 1951 per coprire “particolari esigenze informative” all’interno e all’estero, nei settori: economico, industriale, commerciale, finanziario, traffico marittimo e aereo. Era costituita da personale delle tre FF.AA e da elementi estranei all’amministrazione militare. Dipendeva direttamente dal Capo del SIFAR ed era organizzata in una Sede centrale, sotto idonea copertura, che comprendeva ufficiali, sottufficiali, personale militare e civile, ripartiti in otto gruppi, e in due Uffici periferici». Tra i collaboratori segnaliamo il «consulente politico» Adelino Ruggeri, un «geometra bresciano massone informatore della polizia», che dichiarò «ho sempre collaborato con l’ufficio politico della questura di Brescia» e nel 1952, quando ricopriva la carica di responsabile sindacale del PSI milanese «uscii dal partito continuando a professare la fede nazionalistica»; in una informativa dell’Ufficio Affari Riservati del 18/5/55 si legge che sosteneva che «Gramsci sarebbe stato soppresso dai comunisti». Ritroveremo Ruggeri nelle formazioni eversive a cavallo degli anni ‘60 e ’70. Numerose furono le associazioni reazionarie che si formarono in Italia a cavallo degli anni ‘60 e ‘70 in funzione anticomunista: citiamo brevemente […] il già incontrato agente di Pace e Libertà, Adelino Ruggeri; il principe piduista Gianfranco Alliata di Montereale, finanziatore di movimenti separatisti siciliani anticomunisti, ma anche Gran Maestro della Serenissima Gran Loggia Nazionale degli Antichi Liberi e Accettati Muratori. Ritroviamo Alliata tra i fondatori (1970) del Movimento Nazionale di Ordine Pubblico (il cui acronimo MNOP ricorda curiosamente quello del Movimento Politico Ordine nuovo, MPON), assieme a Ruggeri…

Nel 1974 la situazione sembra precipitare: il 13 gennaio si svolse una riunione del MNOP, cui parteciparono il presidente (ex senatore democristiano) Paride Piasenti, Adamo Degli Occhi, Adelino Ruggeri, «certo Alberti di Milano153 e Cucentroli di Firenze» ed il 27 successivo Edgardo Sogno incontrò l’ammiraglio Gino Birindelli154, Pietro Benvenuto e Giancarlo De Marchi per preparare il cosiddetto golpe bianco, previsto per la metà del mese.

Nel prosieguo delle indagini sul MAR di Fumagalli fu arrestato (nel 1975) anche quell’Adelino Ruggeri che avevamo trovato in Pace e Libertà e poi nelle varie organizzazioni anticomuniste: il settimanale ABC del 23/1/75 riprese un’intervista che il geometra bresciano aveva rilasciato alla vigilia di piazza Fontana: «l’ora X scoccherà e noi saremo pronti a scendere nelle piazze e conquistare il potere» (Claudia Cernigoi, La Nuova Alabarda, dossier n. 58: Momenti di Sogno di Trieste, 2018, p. 16, 28,39, 39).

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La sede del Movimento Nazionalista Italiano era in Via Cairoli al n. 5 di Brescia. Firmatario per il Comitato Nazionale del Movimento risulta essere Adelino Ruggeri. Il Sifar si interessò del Movimento che aveva presentdto un preventivo di mantenimento di 7 milioni mensili e 22 milioni [lire] per impianto della struttura organizzativa. Da alcuni appunti del Sifar risultava che il gruppo era legato a Edgardo Sogno. Della pratica fu informato pure Taviani. Adelino Ruggeri tornò alla ribalta nel 1968 (settembre) con l’O.A.P. Organizzazione Azione Patriottica sorta nel settembre 1968 è definita comitato. Secondo Adelino Ruggeri al Comitato hanno aderito le maggiori organizzazioni di destra e nazionali compreso Ordine Nuovo, Fronte Nazionale e Combattentismo Attivo. Non aveva sedi; esisteva un direttorio, composto dai rappresentanti dei vari movimenti aderenti, che si riuniva in diverse città. Il geom. Adelno Ruggeri svolge la sua professione nello «studio tecnico» di Via Tresanda del Territorio n. 5 (BS) dove ha sede l'Istituto di Polizia Privata «Cidneo», che alcuni vogliono legato a Tom Ponzi, che nella città di Brescia ha una sede in Piazza Repubblica (di fronte ai sindacati). Le sedi di Tom Ponzi in Italia sono a: Milano, Roma, Santa Margherita Ligure, Padova e Brescia. Inoltre funziona una sede a Lugano - Svizzera (28 MAGGIO 1974, Strage fascista a Brescia, dossier di dieci anni di violenza fascista, Movimento Studentesco).

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La scheda anagrafica di Adelino Ruggeri si trovava nello schedario del Grande Oriente nel repertorio delle logge Straniere. Cioè quel repertorio che non è stato possibile consultare a tutto campo ma per il quale gli uffici, il Presidente della Camera ha consentito l’accesso limitatamente a nomi di cui chiedeva gli accertamenti. Quindi di questo Ruggeri nato a Brescia nel ’22, residente a Brescia, telefono, titolo di studio etc. Geometra, cariche: segretario generale Associazione Nazionale Giornalistica, Federazione Cronometristi etc. Loggia di appartenenza è la 840 di Brescia però non è segnalata la loggia di iniziazione. Quindi possiamo dire che Adelino Ruggeri è stato iniziato nel ’69, non sappiamo in quale loggia e in epoca successiva è transitato una loggia regolare dell’ordine che è la 840 di Brescia. Però a volte capita che quando, cioè non deve insospettire il fatto che… non c’è la loggia d’iniziazione, perché può capitare che quando la loggia di appartenenza coincide con quella di iniziazione la dicitura non compare due volte. Poi vi sono una serie di altre annotazioni cancellate per cui fa fatta una seconda richiesta all’archivio storico della camera per cercare di capire se si potessero leggere meglio ma non ha dato nessuna. Comunque le logge straniere per intenderci sono le logge Nato. Allora è quanto mai strano che un iscritto a una loggia regolare finisca poi in un elenco di affiliati a logge Nato.” (Corte di Assise di brescia, Procedimento penale R.G. 003/08 del 23 febbraio 2010 a/c Carlo Maria Maggi e altri, p. 175 176).

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